Il concetto di salute in Āyurveda assume un significato olistico che va oltre l'accezione di funzione biologica e/o organica e il suo intento non si conclude con il trattamento delle malattie in soggetti con disturbi fisici ma estende la propria azione al fine di promuovere, proteggere e mantenere una condizione di pieno benessere fisico, mentale e spirituale che non può prescindere dall'ambiente in cui l'individuo è inserito.
Per l'ĀYURVEDA la salute (swastha) non è solo assenza di malattia o buona funzionalità dei sistemi organici ma uno stato di appagamento e di benessere fisico, mentale e spirituale. Per conseguire ciò l'ĀYURVEDA, nel rispetto della costituzione individuale, prescrive una serie di sane abitudini che riguardano lo stile di vita in generale e più precisamente la dieta, l'attività fisica, lo studio, le cure personali, l'ambito relazionale. In questo modo lo spirito di auto osservazione, conoscenza e realizzazione viene stimolato nella persona che diventa parte attiva nel processo e nel mantenimento del proprio stato di salute e appagamento interiore.
PRINCIPI FILOSOFICI DELL'ĀYURVEDA
L'origine della vita fenomenica, è causata e manifestata dal congiungimento di due poli primordiali di carica opposta, maschile/femminile, passivo/attivo, che prendono il nome di PURUSHA e MULA PRAKRITI, rappresentati rispettivamente dall'iconografia tantrica di ŚIVA e ŚAKTI uniti in un amplesso amoroso.
PURUSHA è il principio passivo di pura coscienza, totalmente incorporeo.
MŪLA PRAKRITI è la natura primordiale in potenza, la sostanza primordiale e potenziale dell'universo. Mūla Prakriti è sostanziata a sua volta da "tre grandi forze primordiali" chiamati TRI-MAHĀGUṆA.
MŪLA PRAKRITI isolata, di per sè rimane in uno stato potenziale, inattivo, ma "quando" PURUSHA si unisce a Lei, si attiva e diviene potenza in atto; prende allora il semplice nome di PRAKRITI il cui prefisso Pra si riferisce al principio vitale Prāṇa (principio attivo dell'energia) e Kriti significa "Capace di azione".
PRAKRITI, ora, Natura attiva capace di agire, attraverso le sue tre grandi forze implicite (Tri-Mahāguṇa) sattva, rajas e tamas, ontologicamente necessarie a regolare l'interazione di ogni fenomeno che verrà manifestato, (determinandone l'inizio, l'evolversi e la fine) manifesta tutta la materia fenomenica, dai piani più eterei dello spazio fino a quelli più densi della materia solida. Dunque la visione che ne deriva è che ogni macrocosmo e microcosmo originano fenomenicamente da Prakriti, vista come LA GRANDE MADRE, LA MATRIX da cui ogni cosa prende forma.
SCHEMA DEI 25 TATTVA (categorie fenomeniche) del SĀṂKHYA
nota i 23 organi fenomenici di azione e percezione (dalla Buddhi all'elemento terra) da cui origina il senso della "realtà" degli esseri incarnati (Jivatmas)
3 MAHĀGUṆA
L'unione di PURUSHA e PRAKRITI è all'origine della vita la quale può manifestarsi solo e necessariamente per opera delle tre grandi forze qualitative del cosmo inerenti a PRAKRITI stessa, qualità chiamate MAHĀGUṆA (grandi forze) :
SATTVA-essenza
RAJAS- movimento
TAMAS-inerzia
Queste forze qualitative sono in stretta relazione dinamica e influenzandosi reciprocamente ed interagendo determinano l'inizio, lo sviluppo e la fine di ogni ciclo vitale:
SATTVA interviene in quanto principio di intuizione/ideazione archetipale, l'idea originale che sta dietro a ciò che prenderà forma
RAJAS concorre all'evoluzione di ciò che è stato ideato da sattva, tramutando l'ideazione in frequenza vibrazionale e (nella mente umana) in azione;
TAMAS consolida e delimita ogni frequenza manifestata di ogni archetipo oggettivando ogni fenomeno. Tamas non solo oggettiva, quando accresce predominando su gli altri due guna, pone fine ad ogni ciclo vitale tramite il suo potere di limitazione/inibizione dell'energia vitale.
Questa interazione accade costantemente ad ogni livello in cicli che continuano a ripetersi, generando quello che comunemente chiamiamo:
- origine/nascita/ideazione (influsso di Sattva)
- sviluppo/crescita/azione (influsso di Rajas)
- fine/morte/riposo (influsso di Tamas)
Con altre parole possiamo dire che l'unione di PRAKRITI e PURUSHA da origine alla mente cosmica che grazie a SATTVAGUNA proietta tutti gli archetipi fenomenici della manifestazione cosmica sino ai 5 grandi elementi (etere, aria, fuoco, acqua, terra); RAJAS allora entra in azione producendo una frequenza peculiare per ogni archetipo ideato da Sattva e TAMAS conclude l'opera di RAJAS determinando l'oggettività della frequenza di ogni archetipo in forma materiale tangibile. I livelli oggettivati dell'energia/materia vengono chiamati PAÑCA-MAHĀBHŪTA o cinque grandi elementi.
I CINQUE GRANDI ELEMENTI : PAÑCA-MAHĀBHŪTA
Al livello più rarefatto troviamo l'elemento ĀKĀŚA (ETERE/SPAZIO) che viene percepito come spazio, un campo di non resistenza che permette una condizione di vuoto ricettivo paragonabile ad un grembo entro il quale tutti gli altri elementi, gradualmente più densi, saranno manifestati.
L'etere da luogo alla ricettività e per questo è associato al suono e alla percezione uditiva.
Il livello successivo da origine all'elemento VĀYU (ARIA) di frequenza leggermente inferiore rispetto al precedente. Questo elemento è caratterizzato dal movimento ed è leggero, secco, freddo, sottile, dispersivo ed è in relazione con la percezione tattile.
L'attrito prodotto dal movimento dell'aria genera calore che a sua volta produce l'elemento TEJAS (FUOCO); quest'ultimo rappresenta tutto ciò che è radioso, conferisce luminosità, calore, conversione, trasformazione; è leggero, secco ed è in relazione con la percezione visiva.
Il livello successivo vibra ad una frequenza ancora più lenta originando l'elemento APAS (ACQUA) il principio fluido rappresentato dall'acqua; questo elemento da lubrificazione, fluidità, morbidezza, coesione e nutrimento ed è in relazione con la percezione del gusto.
Infine il compimento della creazione è determinato dal livello energetico a frequenza ancora più bassa e lenta che da origine a PRITHVI (TERRA) lo stato solido simboleggiato dalla terra. Questo elemento è la manifestazione più densa dell'energia e rappresenta la struttura fondamentale, la stabilità. Le sue qualità sono la densità, la pesantezza, la durezza, la solidità ed è associato alla percezione olfattiva.
I TRE DOSHA
I cinque elementi aggregandosi si manifestano nel corpo nella forma di tre umori biologici denominati DOSHA (energie primarie fisiologiche).
VĀTA DOSHA (etere + aria ) agente di propulsione e movimento, regola i processi disgreganti e catabolici.
PITTA DOSHA (fuoco + acqua) agente di interscambio, governa le trasformazioni metaboliche.
KAPHA DOSHA (acqua + terra) agente di inibizione, promuove coesione e mantenimento.
I DOSHA sono principi fondamentali interagenti, energie umorali che hanno la funzione di promuovere, regolare e sostenere tutti i processi vitali in ogni organismo.
Nel tempo però tendono ad accumularsi, aggravarsi e a invadere le sedi principali degli altri DOSHA, ostacolandosi reciprocamente e divenendo la causa originaria e lo sviluppo di ciò che diventerà malattia.
Letteralmente in sanscrito il termine DOSHA significa danno, alterazione, il che allude alla capacità di alterare e disgregare una condizione originaria psicofisica più o meno armonica ed efficiente.
Oltre alla loro funzione di sostegno fisiologico i DOSHA sono gli intermediari tra l'individuo e l'ambiente esterno (dieta, stile di vita, fattori climatici, stagioni, rapporti sociali, ecc...).
VĀTA DOSHA determina il ritmo del metabolismo e delle funzioni organiche, le pulsioni nervose, ogni movimento viscerale, volontario e involontario ed è considerato il DOSHA primario perché veicola gli altri due. VĀTA è freddo, ruvido, secco, duro, leggero, sottile, mobile, instabile, dispersivo, veloce e irregolare. Le sue sedi principali sono tutte le cavità, le ossa, l'intestino crasso, l'apparato uditivo e fonetico.
PITTA DOSHA determina il grado di intensità del metabolismo, la temperatura corporea, le funzioni digestive, la funzione visiva, i processi di conversione e trasformazione e la produzione di ormoni ed enzimi. PITTA è caldo, oleoso, luminoso, flessibile, intenso, penetrante, acuto, pungente, tagliente e mobile. Le sue sedi principali sono l'apparato digestivo, le ghiandole, il sangue, gli occhi e la pelle.
KAPHA DOSHA sostiene le fasi anaboliche, ricostruisce i tessuti, dà coesione, struttura e stabilità, inoltre garantisce il giusto grado di raffreddamento e di lubrificazione del corpo. KAPHA è umido, vischioso, freddo, pesante, stabile, denso, lento, oleoso, morbido, dolce. Le sedi principali sono il torace, la testa, lo stomaco, il plasma, il muco, le secrezioni liquide del corpo, le membrane sinoviali e il tessuto adiposo.